Non sempre tutto va come ci auguriamo, a volte serve proprio una botta di fortuna che faccia arrivare il CV al posto giusto e poi ci si augura che tutto finisca in lieto fine. E se non accadesse l’importante è non perdere l’entusiasmo e continuare nella ricerca.
Nuova Zelanda, Italia, Irlanda e finalmente Scozia: la storia di Giorgia!Â
Incredibile a dirsi ma è già passato un mese e mezzo da quando sono atterrata in Scozia, per questa nuova avventura.
E’ presto per fare bilanci ma tutti gli amici e parenti si sono accorti del mio cambiamento. Sono tornata ad essere me stessa: solare, allegra ma soprattutto super ottimista.
Ma facciamo un passo indietro: Luglio 2015, appena rientrata in Italia dopo quasi un anno in Nuova Zelanda, incomincio a cercare un nuovo lavoro. Cerco in Italia perchè stando via mi sono accorta che il Bel Paese ce l’ho nel cuore e se potessi viverci dignitosamente, sono sicura che sarei felice. I mesi passano ma non ottengo nemmeno un colloquio. Siccome parlo bene inglese nel frattempo spedisco anche CV all’estero, che non si sa mai. Finalmente mi invitano ad un colloquio per una compagnia Irlandese, cercano un rappresentante con l’obbiettivo di entrare nel mercato italiano con i loro prodotti. Il colloquio va bene e nel giro di poco parto per la contea di Cork, piena di entusiasmo e voglia di mettermi in gioco.
Purtroppo le cose non sempre vanno come speriamo e l’esperienza si rivela un fallimento totale. Dieci mesi di agonia, in condizioni di lavoro ridicole, sottopagata, stress a mille, non trovo nemmeno conforto nei miei nuovi amici, splendide persone che mi hanno aiutata tantissimo. Divento l’ombra di me stessa. Tutti mi dicono di lasciare il lavoro, ma non mi va di tornare a casa di mammà , senza un soldo e senza un piano B, quindi tengo duro e continuo a spedire CV.
Finalmente mi chiamano per un colloquio nel sud ovest della Scozia per quello che considero il lavoro perfetto per me: un’azienda agricola dove fanno ricerca. Purtroppo c’è solo un posto a disposizione e siamo sei candidati. Io non ottengo il lavoro ma nonostante tutto mi dico che questo paese mi piace, Dumfries sembra una cittadina a misura d’uomo. Tempo due settimane e mi chiamano per un altro colloquio, sempre nella stessa città , per un lavoro simile: che sia un segno?
Mi preparo e vado super carica, questa volta cercano un farm helper in una grossa dairy farm gestita con il sistema Neo Zelandese che io conosco grazie alla mia esperienza a Christchurch. Colloquio alle 7.30 del mattino, in sala mungitura, sono tutti simpatici e gentili, boss e moglie compresi. Addirittura dopo il colloquio vero e proprio, la moglie si offre di accompagnarmi a vedere la città , perchè io possa farmi un’idea della zona e capire se mi piace, nel caso mi dovessi trasferire (!!!). Mi chiedono infine la referenza delle persone per cui ho lavorato in Nuova Zelanda dopodichè, tempo qualche giorno mi offrono il lavoro.
E adesso sono qua, felice come una Pasqua, e stanca come solo chi fa questo lavoro può essere, ma soddisfatta di quello che sto imparando e ottenendo. E’ il periodo delle nascite e io mi occupo dei vitelli: non c’è gioia più grande di vederli crescere e stare bene. Ho ancora tantissimo da imparare ma so che qua posso crescere perché si investe in chi ha voglia di lavorare e si impegna. Per adesso l’Italia rimane il Paese per le vacanze, ma nonostante tutto non è poi così male come opzione, no? 😉
Giorgia, Scozia.